sabato 19 marzo 2011

Vogliamo davvero le centrali nucleari?

Dopo il disastro nucleare ancora in corso nella città di Fukushima in Giappone, causato da uno tsunami avvenuto l'11 marzo, ci ritroviamo a riflettere con più coscienza se sia necessario o meno e quanto sarebbe pericoloso avere delle centrali nucleari anche nel nostro paese.

Il referendum per decidere riguardo a questa questione si terrà nei giorni 15 e 16 giugno, nonostante un referendum fosse già stato indetto nel 1987 e avesse avuto esito negativo: è stato anche creato un forum che raccoglie le opinioni degli Italiani, anche se è evidente la tendenza pro-nucleare.

Questa propensione ad accettare l'uso del nucleare si nota anche nello spot pubblicitario messo in onda dal 25 febbraio: a differenza di una prima versione alla fine compare la frase “Noi siamo favorevoli. E tu?”.

Noi, che siamo indubbiamente contrariE al nucleare, riteniamo che questo tipo di persuasione del cittadino, sia vergognosa (per rispettare la netiquette e non dire altro).

Ma perchè questo tipo di energia va evitata?

  • La denominazione “prima”, “seconda” oppure “terza” generazione non ha alcun significato: chi di voi infatti sa quali sono le reali differenze tra questi tipi di reattori e riesce a leggere oltre i lunghi e noiosi (a volte incomprensibili) discorsi degli scienziati?


  • Il nucleare è DAVVERO sicuro? Non siamo disposte ad accettare una forma di energia che potrebbe compromettere il nostro futuro e quello delle generazioni future.

  • Dove costruiremo questi centrali? L'Italia è un paese ad alto rischio sismico, è un dato di fatto, ed è quasi totalmente abitata. A meno che non vogliate costruire una centrale in cima a una montagna, chi la vorrebbe accanto alla propria casa?


Esistono molte altre fonti di energia rinnovabili, più sicure, ma che non vengono prese in considerazione per la mancanza di informazioni e perchè economicamente non portano tanti vantaggi quanto il nucleare.

Si parla tanto di voglia di “indipendenza energetica” dagli stranieri, ma forse dovremmo imparare ad accettare il fatto che l'Italia non ha molte materie prime, eppure dispone enormemente di sole e vento.

Meglio la bancarotta dello stato o l'autodistruzione?

Pensateci, ne va del vostro futuro.

Federica, Maria Cristina, Tessa e Giulia


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